Le cause del tumore al seno
Responsabili del palesarsi del tumore sono le mutazioni genetiche del DNA. Una o più cellule che fanno parte del tessuto mammario muta e da qui inizia una proliferazione incontrollata cellulare che porta ad un accrescimento anomalo di materia biologica con il conseguente sviluppo del tumore di natura maligna.
Il perché si manifestino queste mutazioni, non è ancora chiaro alla comunità scientifica che ha però delineato un fil rouge tra fattori di rischio come età, sesso, stile di vita e storia familiare, clinica e riproduttiva dei soggetti colpiti.
Fattori di rischio modificabili e non modificabili
I fattori di rischio dunque sono molti e si dividono in modificabili, quando si può agire ancora su di essi, e non modificabili, ovvero fattori imprescindibili come l’età o una storia personale/clinica particolare.
Tra i fattori di rischio modificabili troviamo il sovrappeso e l’obesità. Questo perché studi, hanno evidenziato che le donne con un eccesso di tessuto adiposo, invecchiando, hanno maggiore probabilità di ammalarsi di tumore al seno. Il tutto sembrerebbe legato alla presenza di estrogeni in eccesso in questo tipo di tessuto, che favorirebbero l’avanzamento del tumore. Importantissimo per questo motivo è anche il movimento, dato che la sedentarietà è un altro fattore da evitare in generale per la salute dell’adulto medio ma anche della prevenzione tumorale.
Lo stile di vita dunque, è sempre da tenere in considerazione e quindi da rinnegare sono le cattive abitudini come alcool e fumo, tra i maggiori colpevoli di mutazione genetica, dei veri e propri cancerogeni di prima categoria che oltretutto, da recenti studi, sembrano essere ancora più nocivi per le donne rispetto agli uomini.
Ma ora parliamo di ormoni, gli estrogeni infatti sono molto collegati al tumore al seno. Sotto accusa tra i fattori di rischio sono infatti le terapie ormonali date nel periodo post-menopausa e la pillola anti-concezionale che espone i soggetti a rischio ad un dosaggio ormonale.
Tra i fattori di rischio non modificabili annoveriamo l’età, a partire dai 50 anni infatti il rischio di tumore al seno aumenta con un picco dopo i 60 anni, ma anche il sesso, la popolazione femminile infatti ne è più colpita anche se questo tipo di tumore può in minor parte, riguardare anche l’uomo.
La familiarità, che si differenzia dall’ereditarietà, sono altri due fattori non modificabili. Con familiarità si intende una probabilità maggiore di sviluppare neoplasie al seno in coloro che hanno un parente stretto, come madre o sorella, che ne ha sofferto. Studiando la familiarità di questo male si è scoperta una sua ereditarietà che coinvolge delle mutazioni genetiche che si tramandano nelle generazioni. I geni più rilevanti sono i cosiddetti BRCA1 e BRCA2, oggetto di ricerca.
Gli studi sull’ereditarietà hanno permesso un importante sviluppo nella prevenzione del tumore al seno con l’avvicinamento alla mastectomia preventiva, (intervento di asportazione del seno nelle donne portatrici di specifiche mutazioni genetiche), una strategia che riduce drasticamente la probabilità di cancro al seno, un’opzione dalla dimostrata efficacia, ma che va tuttavia discussa attentamente con ogni paziente.
Tra gli altri fattori sembra aumentare il rischio avere un seno denso, ovvero con maggiore quantità di tessuto ghiandolare rispetto al tessuto adiposo ma anche la propria storia riproduttiva. A rischio sono infatti anche le donne che hanno avuto a che fare con gli estrogeni per molti più anni del normale, ovvero che hanno avuto la prima mestruazione precoce e sono andate relativamente tardi in menopausa.
Ovviamente, anche l’aver avuto altri tumori non invasivi può aumentare la probabilità.
I sintomi del tumore al seno
Il tumore al seno è un male sordo, che nella maggior parte dei casi non provoca dolore. All’esordio la neoplasia è spesso molto piccola e non palpabile, quando cresce però si può presentare un inspessimento della mammella con noduli duri e gonfi, un cambiamento di aspetto del seno, la pelle si fa più sensibile, il capezzolo si può retrarre e possono comparire delle secrezioni. È importantissima dunque la prevenzione nella diagnosi di questa patologia.
La prevenzione del tumore al seno
Anche se con un’incidenza alta, il tumore al seno si può prevenire e diagnosticare già dalle fasi molto precoci. Bisogna infatti tenere alta l’attenzione sul tema della salute delle donne e sul tumore al seno per sensibilizzare su questo tema ma soprattutto per salvare molte vite.
È necessario non fare silenzio su questa problematica che può essere affrontata in modo attivo con ottimi risultati. Un cambiamento di atteggiamento nei confronti di questo tema può portare ad un abbattimento di molti casi perché si tratta di neoplasie altamente curabili, soprattutto se prese in tempo.
Oggi si ha la possibilità di aderire a programmi nazionali di screening oncologico che danno l’opportunità di eseguire una mammografia gratuita ogni 2 anni per tutte le donne in età a rischio. La mammografia è un esame senza dubbio portentoso per l’individuazione precoce del tumore al seno.
È possibile anche eseguire l’ecografia al seno che è però consigliata più per i seni giovani.
Ma non è tutto. Essere nell’età non a rischio non ci sgrava da tutti i problemi. È buona abitudine infatti, avere una sana routine di controllo. Indipendentemente dall’età, è bene eseguire ogni tanto delle visite di controllo senologiche e imparare l’autopalpazione. Questa semplice tecnica è utile a tenere sotto controllo le variazioni di granulometria del seno, per poi andare più in profondità con esami clinici, se ce ne fosse la necessità.
Le cure del tumore al seno
Il percorso terapeutico da seguire è diverso a seconda dei casi ma, la maggior parte delle donne, ricorre alla chirurgia che può riguardare una parte del seno, o un quadrante più ampio, la mastectomia. Oltre a questo intervento tra le altre opzioni rientrano:
- la radioterapia;
- la chemioterapia;
- la terapia ormonale antitumorale;
- la terapia mirata;
- l’immunoterapia.
L’aspetto psicologico
Un aspetto molto importante in questa patologia lo fa anche il supporto psicologico, un bisogno prioritario ma che troppo spesso non c’è. L’importanza della cosiddetta psico-oncologia dovrebbe essere garantita a tutte le donne che stanno affrontando il percorso di guarigione da questa malattia invalidante. Un male che oltre a limitare la vita sociale e pubblica, mina anche la quotidianità delle donne colpite che si trovano a dover stravolgere la propria vita cambiandone le priorità. Lasciando il lavoro, perdendo fiducia in sé e nel proprio aspetto, avendo problemi di coppia, perdendo il piacere della vita. Sostenere le donne che vivono questa esperienza del tumore al seno è sempre più un’esigenza da potenziare.
L'associazione Komen, no profit impegnata attivamente da anni nella lotta a questo terribile male e che mette la salute della donna su un piedistallo a tutti i costi. Ogni anno organizza in Italia la Race for the Cure, la più grande manifestazione al mondo per la lotta ai tumori del seno. Quattro giorni di eventi e iniziative gratuite per la salute, lo sport e la solidarietà. https://www.raceforthecure.it